Bologna, ecco il corso per addetti alle emergenze idrauliche
Lo scorso 22 ottobre è partito a Bologna, organizzato dalla Consulta provinciale del volontariato di protezione civile di Bologna presso il Centro Unificato di Protezione civile di via del Frullo a Quarto Inferiore, il corso per addetti alle emergenze idrauliche. Si tratta di una serie di appuntamenti formativi articolati su 4 giornate (6 moduli, 20 ore complessive) dedicati Volontari di protezione civile.
Alla prima lezione sul sistema idraulico territoriale, tenuta dai funzionari Gianfranco Fusi ed Enrico Mazzini dell’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile-Ufficio territoriale di Bologna, hanno partecipato anche alcuni rappresentanti degli enti locali per conoscere come si compone il piano provinciale di emergenza per il rischio idraulico, apprendere il ruolo degli enti attivi nella gestione del sistema idraulico (Enti Locali, Agenzia regionale STPC UT BO, Aipo, Consorzi di Bonifica) e quello del volontariato; quali sono le fasi di emergenza (catena di comando e controllo) e qual i sistemi integrati per la previsione e controllo delle piene.
Nella prima giornata non poteva mancare anche un excursus sulle caratteristiche geomorfologiche del territorio (conoscere per prevenire) e la definizione dei corsi d’acqua e dei relativi fenomeni alluvionali; la morfologia del letto fluviale (forma, tracciato, processi di erosione), per finire con la terminologia e relativa agli argini.
La seconda giornata si svolgerà sabato 29 ottobre: nella prima parte saranno approfonditi legati alle tipologie di attività di prevenzione e di emergenza idraulica. Riguardo la prevenzione si comincia con la sorveglianza arginale, si prosegue con il monitoraggio e il rilevamento dell’indebolimento arginale, si conclude con casi e testimonianze, sempre utili a focalizzare il contesto in cui il Volontario interviene.
Dalle attività di prevenzione si passa a quelle di emergenza idraulica a cominciare dalle cause che le originano. Anzitutto le piene (generalità, stati del fiume e il servizio di piena) e a seguire le rotte, che possono essere originate per sormonto, per cedimenti arginali o per fenomeni sifonamento (fontanazzi). A tal proposito è opportuno conoscere come si formano i “fontanazzi” e i meccanismi più generali di filtrazione dell’acqua attraverso i terreni delle arginature. In ultimo si parla delle piene urbane.
La seconda parte viene dedicata agli interventi in emergenza: dalle tecniche per insacchettare e posare i sacchi nelle coronelle e nei soprassogli, alle regole fondamentali per il controllo dell’arginatura durante la piena. Come elevare i soprassogli e come si controllano i fontanazzi; come si posa un telone arginale e come si interviene in caso di allagamenti.
Il pomeriggio di sabato 29 ottobre viene dedicato ai rischi connessi all’uso di attrezzature da parte del Volontario esperto, come insacchettatrice, carrello idraulico (motopompe, elettropompe), pompe galleggianti, generatori/torri faro e uso di altri attrezzi particolarmente pericolosi come le motoseghe.
Giovedì 3 novembre viene approfondito come lavorare in sicurezza: come si usano i dispositivi personali individuali (detti Dpi) e quali comportamenti adottare per una maggiore autotutela.
Il corso per addetti alle emergenze idrauliche si conclude sabato 5 novembre: la giornata prevede prove pratiche sul campo (simulazione in ambiente reale di un intervento in fase di emergenza idraulica) e un test conclusivo per valutare l’apprendimento dei 24 Volontari iscritti all’iniziativa organizzata dalla Consulta Provinciale del Volontariato di Bologna.