La richiesta della Regione al Dipartimento nazionale di Protezione Civile: raddoppiare da 5 a 10mila euro il Contributo di immediato sostegno (Cis) per gli alluvionati del 2023 e del 2024
Bologna - Rimodulare i Cis (i Contributi di immediato sostegno), prevedendo un importo raddoppiato (che passerebbe, dunque da 5 a 10mila euro) per i nuclei famigliari che sono stati colpiti dalle ondate di maltempo in Romagna, sia nel maggio 2023, sia dagli ultimi eventi dei giorni scorsi. E’ la richiesta contenuta in una lettera inviata dalla presidente facente funzione e commissaria all’emergenza, Irene Priolo, al capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabio Ciciliano. Nella comunicazione, inoltre, si richiede di assegnare quanto già previsto nel maggio 2023 per i nuclei familiari interessati dal solo evento di settembre 2024.
A poco più di un anno dagli eventi di maggio 2023, il percorso tecnico-amministrativo definito a suo tempo ha, infatti, permesso di semplificare e accelerare le ordinarie procedure, consentendo la liquidazione di circa 106 milioni di euro euro per oltre 23.680 nuclei famigliari. Ma nell’evento di settembre, in particolare nelle province di Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena si sono verificati tuttavia allagamenti che hanno colpito sia nuovi nuclei familiari, sia cittadini già interessati dai precedenti eventi del 2023.
“Il Dipartimento attivò in accordo con la Regione questo provvedimento innovativo che permise ai Comuni di dare risposte rapide. Da qui- spiega Priolo nella lettera- la richiesta di raddoppio, frutto anche di un approfondito confronto con i sindaci dei territori più colpiti, nasce dunque dalla constatazione di un dato di fatto: di fronte alla particolarità e alla gravità dei fenomeni che si sono verificati, il solo Contributo di immediato sostegno, in attesa di successive, complementari, rapide ed efficaci misure di contribuzione nazionale, ha determinato la necessità da parte dei cittadini di concorrere con proprie risorse al fine del ripristino della funzionalità delle abitazioni. Ora- scrive la presidente - a seguito del secondo evento del 2024, molti nuclei, che con importanti sforzi personali erano riusciti a rientrare nelle proprie abitazioni, rischiano di non essere più nelle condizioni di rifinanziare, come nel 2023, i loro interventi di ripristino a parità di contributo di immediato sostegno, rendendo difficile l’obiettivo di fornire loro un effettivo sostegno per il ritorno alle normali condizioni di vita”.
Via libera al Piano di interventi con l’attivazione dei Cas
Intanto, dopo il parere favorevole del Dipartimento, la presidente e commissaria ha approvato il Piano di interventi che prevede tra l’altro l’attivazione dei Cas, i Contributi di autonoma sistemazione per i nuclei familiari sfollati in conseguenza del maltempo, che sono scesi ancora e oggi sono circa 300. I contributi riconosciuti, che ammontano complessivamente a 3 milioni di euro, vanno da un minimo di 400 a 900 euro mensili, in base al numero di componenti del nucleo familiare (da 1 a 5 o più), con ulteriori maggiorazioni in caso di presenza di anziani, portatori di handicap e disabili.
Sono ricompresi nel Piano, definito e proposto dalla Regione, gli interventi di somma urgenza già attivati dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile sui torrenti Idice (località La Motta, a Budrio, nel bolognese), Senio (Cotignola, Ravenna) e Lamone (località Traversara - Bagnacavallo, Ravenna e Russi) per 14,5 milioni di euro.
La cifra complessiva del Piano approvato è di 20 milioni di euro: oltre ai 3 previsti per i Cas e ai 14,5 per gli interventi urgenti, 900mila euro sono destinati a garantire la piena operatività delle funzioni di coordinamento della gestione emergenziale, 1 milione e 410mila euro per il riconoscimento degli oneri riferiti alle prestazioni di lavoro straordinario e 190mila euro coprono i rimborsi per l’impiego del volontariato di Protezione civile dell’Emilia-Romagna, come previsto dalla normativa nazionale.
Contributi di autonoma sistemazione
Ai Comuni saranno inviate dalla Regione tutte le indicazioni relative al riconoscimento dei Cas.
Il Contributo di autonoma sistemazione è previsto a favore dei nuclei familiari sgomberati dalle proprie abitazioni principali, in conseguenza degli eventi calamitosi verificatisi a partire dal 17 settembre 2024 che hanno provveduto autonomamente alla propria sistemazione temporanea. Le domande di contributo, non cumulabili a quelli concessi per precedenti eventi calamitosi, vanno presentate entro il 31 ottobre 2024 al Comune nel cui territorio è ubicata l’abitazione sgomberata.
Importo mensile
È previsto un contributo di 400 euro mensili in caso di 1 solo componente, che sale a 500 euro per 2 componenti, 700 euro per 3, 800 euro per 4, 900 euro per 5 o più componenti. Il contributo è aumentato di 200 euro per ogni componente il nucleo familiare che risulti alla data degli eventi calamitosi di età superiore a 65 anni, portatore di handicap, disabile con una percentuale di invalidità non inferiore al 67%. La quota aggiuntiva rimane di 200 euro mensili anche se un componente della famiglia presenta più di uno degli stati previsti. Per il periodo inferiore al mese, il contributo è determinato dividendo l’importo mensile per il numero dei giorni del mese di riferimento moltiplicato per i giorni di mancata fruibilità dall’abitazione.
Durata
Il contributo è concesso a decorrere dalla data dell’ordinanza di sgombero o, se antecedente, dalla data di effettiva evacuazione dichiarata dall’interessato e confermata con apposita attestazione dall’Amministrazione comunale. L’ordinanza di sgombero può essere dipesa da inagibilità dell’abitazione per ragioni strutturali a seguito di dissesto idrogeologico (anche per frana in aderenza al fabbricato, frana incombente che minaccia il fabbricato, interruzione della viabilità) e/o, in caso di alluvione, per carenza dei requisiti igienico-sanitari conseguente alle infiltrazioni d’acqua.
Il contributo spetta fino alla revoca dell’ordinanza di sgombero o fino a che non si siano realizzate le condizioni di agibilità per il rientro nell’abitazione o che si sia provveduto ad altra sistemazione abitativa avente carattere di stabilità, e, comunque, non oltre la scadenza dello stato di emergenza.