Incendi boschivi : al via i primi lavori di prevenzione nelle Aree interne Appennino piacentino-parmense, Appennino emiliano (RE), Alta Val Marecchia (RN) e Basso ferrarese
Bologna - Droni per avvistare tempestivamente le prime fiamme e monitorare l’evolversi degli incendi, insieme a un’accurata ricognizione del territorio e delle zone a maggiore rischio. Interventi per mantenere i boschi in condizioni ottimali, riducendo il rischio di roghi in situazioni con eccessiva presenza di arbusti e di biomassa, specialmente nelle aree vicine ai centri abitati. Manutenzione e ripristino delle strade rurali e forestali per rendere più veloce ed agevole lo spegnimento; adeguamento degli invasi e dei punti di approvvigionamento idrico; acquisto di kit costituiti da vasche mobili e attrezzature per la preparazione di miscele ritardanti.
Sono partiti in queste settimane gli interventi per la prevenzione degli incendi boschivi nelle Aree interne Appennino piacentino-parmense, Appennino emiliano in provincia di Reggio Emilia, Alta Val Marecchia in provincia di Rimini e Basso ferrarese. A finanziarli risorse dedicate, stanziate dalla Strategia nazionale aree interne, frutto di un percorso iniziato un anno fa. Per l’Emilia-Romagna si tratta di 2,2 milioni a valere sul 2022 - su un totale nazionale di 40 milioni di euro- che serviranno per intervenire là dove il rischio di incendi è maggiore. Territori con superfici boscate non solo più estese della media regionale, ma spesso scarsamente accessibili e lontane dalla viabilità ordinaria, in molti casi custodi di biodiversità ed ecosistemi forestali. Oppure zone come quelle del Basso ferrarese in cui l’estensione della superficie alberata – prevalentemente pineta - è più contenuta, ma si trova in contesti fortemente antropizzati con una affluenza di visitatori che aumenta esponenzialmente proprio nei periodi estivi quando il rischio di incendio è più elevato.
Finanziamenti che salgono a quasi 5 milioni considerando, le nuove, ulteriori risorse previste per il 2023: 2,7 milioni che verranno assegnati, anche in questo caso su proposta della Regione, per sostenere interventi di prevenzione nelle tre nuove Aree interne recentemente riconosciute all’Emilia-Romagna: Appennino Parma est, Appennino forlivese-cesenate, Appennino modenese.
Le risorse per territorio
La ripartizione delle risorse è stata fatta sulla base della superficie complessiva e del coefficiente di boscosità. Nel dettaglio, su 2,2 milioni di euro, 900mila sono stati assegnati all’Area interna Appennino piacentino-parmense (1.215 chilometri quadrati; coefficiente di boscosità 64%); 522.100 euro a quella dell’Appennino emiliano (796 chilometri quadrati; coefficiente di boscosità 69%); 522.100 euro all’Alta Valmarecchia (329 chilometri quadrati; coefficiente di boscosità 42%); 267mila al Basso ferrarese (572 chilometri quadrati; coefficiente di boscosità 4%).
Gli interventi saranno gestiti per ciascuno dei territori interessati dall’Unione montana Alta Val Nure, dall’Unione montana dei Comuni dell’Appennino reggiano, dall’Unione di Comuni Val Marecchia e , per quanto riguarda il Basso ferrarese, dall’Ente Parco Delta del Po.”
Gli obiettivi del Piano di interventi
Per quanto riguarda l’Appennino piacentino parmense il piano messo a punto dalla Regione prevede di intervenire su 45 ettari per quanto riguarda il miglioramento boschivo e la pulizia della vegetazione arbustiva e su 24 chilometri di strade forestali e rurali. Almeno 6 i punti di approvvigionamento idrico previsti, 3 le vasche mobili e altrettanti i droni di avvistamento.
Nell’Appennino emiliano previsti interventi su 33 ettari di bosco, 15 chilometri di strade e piste; almeno 3 punti di approvvigionamento idrico, oltre all’acquisto di 2 vasche mobili e 1 drone con kit di avvistamento.
Il piano per l’Alta Val Marecchia riguarda 33 ettari di bosco, 15 chilometri di strade e piste; 3 punti di approvvigionamento idrico, 2 vasche mobili e 1 drone. Infine per il Basso ferrarese previsti lavori su 27 ettari, 8 chilometri di piste, oltre all’acquisto di 1 vasca mobile e 1 drone.