Alluvione, il punto sugli interventi nel forlivese
Forlì - Immediatamente dopo l’evento del 2 maggio è iniziata un’intensa opera in somma urgenza che si è aggiunta all’attività ordinaria svolta dall’Ufficio e che ne ha mostrato l’efficacia nel corso dell’evento del 16 e 17 maggio, soprattutto nella tenuta degli argini di pianura del Montone che, sormontati per chilometri, hanno ceduto solamente in alcuni punti.
Elenco dei lavori appaltati, terminati o in fase di realizzazione
- Somma urgenza da 350mila euro per la messa in sicurezza degli alvei e delle arginature dei fiumi del territorio forlivese nei bacini dei fiumi Montone, Rabbi, Ronco, Bidente e Bevano danneggiati dalla piena dei giorni 16, 17 e 18 maggio 2023. Con questo intervento sono state sistemate parte delle arginature del fiume Montone a valle del ponte della via Emilia; a monte, sul lato di via Firenze dal ponte al mulino, si è provveduto alla sistemazione degli argini danneggiati, alla messa in quota e alla realizzazione di terre armate e muri idraulici in cemento armato, al taglio di vegetazione e alla rimozione di quella caduta in alveo, sia sul Montone che sul Rabbi, oltre agli sfalci delle arginature. Intervento completato.
- Somma urgenza da 1milione e 300 mila euro per la ricostituzione della sagoma originaria degli argini dei fiumi Montone e Rabbi danneggiati dalla piena dei giorni 16, 17 e 18 maggio 2023 nei comuni di Forlì e Faenza. Con questo intervento sono stati ricostruiti gli argini danneggiati dai sormonti e si è provveduto alla sistemazione definitiva delle rotte arginali nel tratto di pianura del fiume Montone e del fiume Rabbi. Attuato al 90%. A seguito dell’intervento urgente di ripristino della quota arginale sulla rotta di via Martiri delle foibe, il Consorzio di bonifica della Romagna, titolare della gestione del manufatto di scarico a fiume dello scolo consorziale Cavo Fontana 2, ha integrato l’intervento urgente con la messa in opera di un muro di massi ciclopici a rinforzare l’argine. Sul ponte della ferrovia sul Montone, a breve, interverrà RFI con la rimozione dei sedimenti e attuando un risezionamento con ottimizzazione della sezione, già messo in programma in accordo con l’Ufficio territoriale.
- Somma urgenza da 2milioni e 200mila euro per la prima messa in sicurezza della Briglia Calanco e del tratto di alveo interessato dal dissesto in località San Lorenzo in Noceto nel comune di Forlì.
Con questo intervento si è ripristinata la funzionalità dell’alveo a valle della chiusa completamente ostruita dai sedimenti ghiaiosi e sono stati rimossi i detriti derivanti dal crollo di alcuni capannoni avicoli distrutti dalla piena. Attualmente, condivisa la modalità di intervento con la Soprintendenza, è iniziata la sistemazione del manufatto storico e si sta predisponendo la paratia di pali trivellati che garantisca la tenuta idraulica dell’opera. Attuato al 75%. - Somma urgenza da 1milione e 100mila euro per la prima messa in sicurezza della Briglia Medicea e del tratto di alveo interessato dal dissesto in località Ladino e San Varano del Comune di Forlì.
Con questo intervento si è ripristinata la funzionalità dell’alveo a valle della chiusa completamente ostruita dai sedimenti ghiaiosi, sono stati ripristinati i piani di campagna erosi su cui si era spostato l’alveo. Condivisa la modalità di intervento con la Soprintendenza, si è iniziata la sistemazione del manufatto storico. Attuato al 75%. - Somma urgenza da 1milione di euro per la ricostituzione della sagoma originaria degli argini dei fiumi Ronco e Bevano danneggiati dalla piena dei giorni 16, 17 e 18 maggio 2023 a Forlì e Forlimpopoli. Con questo intervento sono stati ricostruiti gli argini danneggiati dai sormonti nel tratto di pianura del fiume Ronco, nel tratto a monte della via Emilia in sinistra da Ronco Lido a lago Golf, in destra fin alla confluenza del rio Ausa. Intervento completato.
- Somma urgenza da 400mila euro su Montone, Rabbi, Ronco, Bidente e Bevano per sistemare frane di sponde e accumuli in alveo, oltre a interventi diffusi di recupero della vegetazione ribaltata, danneggiata, in eccesso negli alvei fluviali dei fiumi del territorio forlivese. Con questo intervento a San Martino (Rabbi), Villa Rovere (Montone), Magliano (Ronco) sono stati rimossi accumuli di vegetazione flottante, ribaltata, danneggiata. Intervento completato.
- Somma urgenza da 300mila euro per la messa in sicurezza degli alvei e delle arginature dei fiumi Montone e Rabbi nei Comuni di Forlì e Castrocaro e sugli affluenti nei Comuni di Dovadola e Meldola danneggiati dalla piena dei giorni 2 e 3 maggio 2023. Con questo intervento, attivato il 2 maggio, sono stati realizzati interventi di sistemazione degli argini dopo la prima piena, in via Firenze, nel quartiere Romiti in corrispondenza di ponti ostruiti con rimozione di sedimenti, sigillatura di argini lesionati e, dopo la seconda piena, con le prime chiusure delle rotte sul Montone, sul Rabbi e sul Ronco. Intervento completato.
- Somma urgenza da 1milione e 500 mila euro per il ripristino di muri idraulici e difese di sponda a presidio di infrastrutture e insediamenti nei bacini dei fiumi Montone, Rabbi, Ronco, Bidente e Bevano danneggiati dalla piena dei giorni 16, 17 e 18 maggio 2023 in vari comuni del territorio forlivese. L’intervento riguarda il ripristino dei muri di sponda crollati che hanno reso inagibili infrastrutture e insediamenti abitativi a Dovadola, Predappio, Meldola. Diversi interventi sono completati, alcuni sono ancora in corso o di prossimo avvio. Attuato al 90%.
Cosa si sta facendo in somma urgenza
Dopo gli eventi del 2 e 16 maggio scorsi con i cantieri avviati sui fiumi del forlivese si sta lavorando in gran parte del territorio.
Valle del Montone
Portico
Sistemazione dell’alveo nell’abitato ingombro di sedimenti e alberature ribaltate e franate dalle pendici; sistemazione del tratto di rio dell’Olmo nell’abitato di Portico.
Rocca San Casciano
Sistemazione dei sedimenti ghiaiosi accumulati nell’alveo per un tratto ampio in paese e a monte fino alla località Vivaio con rimozione di vegetazione flottante; sistemazione del tratto urbano del rio Ridaccio.
Dovadola
Sistemazione dell’alveo nell’abitato, ricostruzione del muro di sponda crollato, sistemazione della difesa di sponda, interventi sul rio di Coriano, rio Castello, rio Vallicelle.
Castrocaro
Rimozione di enormi quantitativi di vegetazione flottante a monte di Castrocaro e a Terra del Sole, ricostruzione di argini in via del Mulino a Terra del sole, sistemazione del tratto urbano del Rio dei Cozzi.
Forlì
Ricostruzione degli argini in corrispondenza delle rotte, in sinistra alla confluenza del Cavo Fontana 2 con via Martiri delle foibe, a Villanova in via Zignola in corrispondenza della confluenza del rio San Lazzaro, in destra idraulica in via Isonzo; importanti lavori di sistemazione, parziale ricostruzione, messa in quota delle sommità arginali a monte della via Emilia in sinistra nel tratto San Varano-Porta Schiavonia, in particolare fra il Mulino Partisani e il Ponte, con la ricostruzione dell’argine con terre armate e muretti idraulici in cemento armato. A valle, nel tratto arginato i tratti sormontati dalla piena sia in destra che sinistra sono stati sistemati per diversi chilometri fino a San Martino in Villafranca. Sono in corso di completamento alcuni tratti. La chiusa storica di Ladino/villa Rovere da cui parte il canale dei molini dei Romiti, gravemente danneggiata è oggetto di intervento specifico volto a ripristinare il percorso fluviale e riparare i gravissimi danni alle strutture murarie. Sono in corso la rimozione della vegetazione ribaltata e la ripresa delle scarpate a monte del tratto dove sono presenti i muri di sponda fino all’altezza del Parco Urbano.
Valle del Rabbi
Galeata
San Zeno, rimozione della vegetazione flottante sistemazione dei sedimenti ghiaiosi accumulati.
Predappio
Rimozione del materiale flottante e danneggiato nelle località Santa Marina in Particeto, Tontola, Porcentico, San Savino, Massera, abitato di Predappio, Fiumana; sistemazioni dell’argine che aveva subito una rottura di oltre 30 metri, dell’alveo e delle difese di sponda a Fiumana. Nelle prossime settimane prevista la ricostruzione di muri di sponda crollati in corrispondenza di fabbricati di civile abitazione a Fiumana e a Predappio.
Forlì
La chiusa storica di Calanco a San Lorenzo in Noceto, da cui parte il canale di Ravaldino, gravemente danneggiata, è oggetto di intervento specifico volto a ripristinare il percorso fluviale e riparare i gravissimi danni alle strutture murarie. San Martino in Strada, via Rolandini fino a via dei Bastioni: rimozione della vegetazione flottante danneggiata e sistemazione delle scarpate dell’alveo sia in sponda destra che sinistra.
Sotto la via dell’Appennino fino a viadotto via del Partigiano, sistemazione e ripristino rotte e sormonti arginali; Vecchiazzano via Ca dolce: sistemazione dell’argine sormontato che presentava lesioni nella struttura del rilevato in terra; Via ponte Rabbi in sinistra: sistemazione dell’argine sormontato lungo il rio Ronco di Vecchiazzano e del fosso di scolo delle acque meteoriche.
Valle del Ronco- Bidente
Civitella
Sistemazione dell’alveo nell’abitato di Cusercoli, a breve si interverrà a sistemare il tratto posto a valle dell’abitato; sistemazioni di affluenti laterali in località Nespoli.
Meldola
Ricostruzione del muro di sponda a valle dell’abitato Gualdo lungo via Ribatta e riapertura dell’omonima strada; ricostruzione del muro di sponda nel quartiere Sbaraglio e sistemazione dell’arginello in destra idraulica; sistemazione dei sedimenti e rimozione della vegetazione flottante dalla briglia del canale Doria e taglio di fascia di accesso all’alveo nel tratto urbano del fiume Ronco fino a valle in località Fornaci; ricostruzione della rotta dell’argine in sinistra in località Barca.
Forlì
Rimozione della vegetazione flottante dal Guado Selbagnone a lago del Sole, in sinistra orografica e taglio di fascia di accesso all’alveo per prelevare i sedimenti, i rifiuti e il legname accumulato in grandi cumuli che ostruivano il deflusso nell’alveo di portata ordinaria. In corso il taglio della vegetazione, dove possibile nelle sotto-banche, a valle del ponte della via Emilia fino a località Borgo Sisa, rimozione delle piante ribaltate e trasportate dalla corrente e dei rifiuti; rifacimento degli argini del fiume Ronco a monte della via Emilia in sinistra fino a monte della cassa di espansione Golf e in destra dal ponte via Emilia a cassa di espansione SFIR.
Forlimpopoli
Sistemazione della duna di separazione delle aree Spinadello e via della Grotta in destra Ronco; sistemazione rotta dell’arginello destra scolmatore Ausa di collegamento all’argine del Ronco in località Selbagnone/Spinadello.
Voltre
Civitella
Sistemazione dell’alveo e delle difese di sponda nell’abitato di Voltre, rimozione vegetazione flottante e difese di sponda a monte della località Cà Venezia.
Meldola
Sistemazione dell’alveo nell’abitato di Pian di Spino, rimozione vegetazione flottante in ampi tratti di corso d’acqua e sistemazione dei sedimenti.
Continuano le manutenzioni ordinarie
L’Ufficio territoriale attua la manutenzione degli argini con uno o due sfalci all’anno, controllando ogni volta l’eventuale presenza di tane di animali fossori, prontamente chiuse con scavo e ricostruzione.
Le interconnessioni protette da valvole di non ritorno (ventole a clapet) degli scarichi a fiume di fossi non gestiti dai Consorzi di bonifica o amministrazioni locali sono oggetto annualmente di manutenzione ordinaria.
Sul fiume Montone è in essere dal 2016 una concessione demaniale a un’azienda del settore per la gestione della vegetazione nell’alveo arginato a valle del ponte di Schiavonia fino a Ponte Vico (15 km). È inoltre attiva dal 1998 una convenzione con il volontariato di protezione civile per il controllo delle apparecchiature di scolo presenti (ventole e paratoie), poste a presidio dello scolo da campagna di fossi non facenti parte della rete consortile, dei tele-pluviometri e dei tele-idrometri della rete di monitoraggio del territorio (circa 70 punti). L’operazione viene svolta due volte all’anno e genera un report sulle schede predisposte che segnala le anomalie e l’eventuale necessità di intervento. Attivando la ditta che ha in appalto il servizio di piena vengono effettuati gli interventi per il ripristino delle condizioni di sicurezza.
Particolarmente sensibile è il tema della vegetazione
Una parte dell’opinione pubblica più attenta al tema della tutela della sicurezza idraulica del territorio spinge per tagli massicci e spinti, anche se la possibilità di smaltimento di una portata all’interno della sezione idraulica non dipende solo dalla vegetazione. La pendenza del fondo è, ad esempio, uno degli aspetti maggiormente influenti. Un’altra parte di opinione pubblica è più attenta agli aspetti ambientali e ritiene che ogni albero andrebbe tutelato. L’Ufficio territoriale è da molti decenni attento a fare convivere i due aspetti, perseguendo l’obiettivo primario di garantire adeguate condizioni di sicurezza rispetto al deflusso della piena, con quello della salvaguardia del patrimonio ambientale e dei relativi servizi ecosistemici, poiché tale convivenza spesso non è solo dovuta, ma garantisce una migliore performance del sistema idrografico.
L’evento alluvionale di maggio, anche a causa dell’entità del tutto straordinaria dei sedimenti franati nei fiumi, ha determinato quantità enormi di materiale flottante. Gli accumuli di alberi crollati e trasportati costituiscono veri e propri tappi di materiale negli alvei, che hanno reso necessario un intervento urgente e rapido di rimozione. Dove sono presenti sottobanche all’interno dell’alveo, si cerca di limitare i tagli, lasciando una parte di vegetazione sui cigli e sulle scarpate superiori maggiormente stabili. Negli alvei arginati, come quello del Ronco nel tratto a monte della via Emilia, la vegetazione è molto fitta ed è stato necessario aprire una pista su una delle sponde, nel caso specifico quella sinistra, tagliando una fascia di bosco, per consentire il passaggio dei mezzi per la rimozione delle piante crollate e flottanti. Il materiale è stato accumulato in spazi aperti. Tutta la vegetazione recuperata negli alvei è stata cippata (macinata) e avviata alla produzione di energia nelle centrali a biomasse del territorio.