Cassa di espansione del torrente Baganza (Pr), già completato il 40% dei lavori con termine previsto nel 2026
Bologna - Un’opera che consentirà di disporre di una capacità d’invaso per contenere (tecnicamente, “laminare”) le piene del torrente, per accrescere la sicurezza idraulica di Parma e del suo circondario.
È la Cassa di espansione del Baganza, i cui lavori proseguono spediti e sono arrivati al 40%. Partito nel 2020, a sei anni di distanza dall’alluvione dell’ottobre 2014, il cantiere procede nel pieno rispetto del cronoprogramma, nonostante il rallentamento imposto alla fine dello scorso ottobre a causa dell’ondata di maltempo e delle conseguenze che ha portato con sé.
Rispetto al costo iniziale di circa 80 milioni di euro, già disponibili e programmati, il costo complessivo dell’opera è però salito attualmente a 114 milioni di euro a causa dell’aumento del costo dei materiali registrato negli ultimi due anni.
Il punto è stato fatto oggi da Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Difesa del suolo che, insieme alla Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità, si è recata sul posto, dove, prima del sopralluogo, si è svolto l’incontro della Commissione stessa con AiPo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, che ha illustrato la situazione del cantiere nella sede del Comune di Sala Baganza. L’inizio dei lavori è stato preceduto da un minuto di silenzio per le vittime di Suviana.
In tutto il territorio emiliano, il sistema di Casse di espansione di competenza di AiPo garantisce una capacità di invaso di 71,5 milioni di metri cubi di acqua.
In Comune erano presenti Giovanni Ronchini, vicesindaco Sala Baganza, e Maristella Galli, sindaca di Collecchio. Hanno partecipato anche Angelica Catalano, direttore generale del ministero dei Trasporti (Direzione generale Dighe), Paolo Ferrecchi (direttore generale Cura del territorio e dell’Ambiente della Regione), mentre Mirella Vergnani, dirigente AiPo, ha illustrato i lavori in corso.