Introduzione
Piacenza - Martedì 26 marzo, alla diga del Molato (Alta Val Tidone), si è tenuto un incontro tra il Consorzio di Bonifica di Piacenza (ente gestore della diga), la Prefettura di Piacenza, l’Agenzia regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna e AIPo-Agenzia Interregionale del Fiume Po. Istituzioni che, con un lavoro congiunto e uno sforzo complessivo, stanno contribuendo in modo significativo nel coordinamento delle fasi di collaudo insieme anche alla Commissione di Collaudo, alla Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), all’Ufficio Tecnico per le dighe di Milano del MIT e ai Sindaci dei Comuni posti lungo l’asta del torrente Tidone.
Erano presenti, tra gli altri, il Prefetto di Piacenza Paolo Ponta, il Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Luigi Bisi e, per l’Agenzia Sicurezza Territoriale e Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna, i responsabili rispettivamente del settore Coordinamento Tecnico Simone Dallai e dell’Ufficio Territoriale di Piacenza Cristian Ferrarini. Per Aipo (Agenzia Interregionale per il Po) è intervenuto l’ingegnere Stefano Baldini dell’Ufficio Operativo di Piacenza.
La diga del Molato è un elemento fondamentale per la conservazione e la distribuzione della risorsa per il settore agricolo e agroalimentare che è il primo beneficiario dell’acqua immagazzinata ogni anno dall’autunno alla primavera per essere utilizzata in estate a fini irrigui. Ed è poi un’opera importante per la produzione di energia idroelettrica e in generale per lo sviluppo delle condizioni socio-economiche dell’ambito territoriale e per la valorizzazione turistica dell’intera vallata.
In Regione sono presenti 26 grandi dighe disciplinate dalla Direttiva Grandi Dighe che prevede l’approvazione del Documento di Protezione Civile da parte della Prefettura competente e di un Piano di Emergenza Dighe approvato dalla Giunta regionale. La gestione di questi invasi mette insieme le competenze di diversi enti e strutture per garantire la sicurezza dei territori di valle. Per tutti gli invasi della provincia di Piacenza è stata completata la pianificazione di emergenza anche grazie alla sinergia tra i diversi soggetti coinvolti.
La procedura di collaudo
La procedura di collaudo ex art. 14 DPR 1363/59, iniziata lunedì 18 marzo, prevede il completo riempimento dell’invaso della diga del Molato passando dalla attuale quota idrica autorizzata di 353,70 metri sul livello del mare (pari a un volume di circa 7,6 milioni di metri cubi d’acqua) a 354,40 metri sul livello del mare (pari a circa 8,06 milioni di metri cubi). Complessivamente la procedura durerà circa 3-4 settimane.
Lo sfioro controllato
Lo sfioro, che è una delle fasi della procedura controllata e costantemente monitorata, è iniziato nella notte tra venerdì 22 marzo e sabato 23 e continuerà per 10-15 giorni variando di portata sulla base della quantità di acqua in ingresso.
Perché si sta collaudando nuovamente la Diga del Molato
Il motivo per cui la diga necessita di un secondo collaudo, dopo quello effettuato quasi cento anni fa, ovvero dopo la sua entrata in funzione, è la certificazione dell’opera a seguito di importanti manutenzioni straordinarie effettuate negli ultimi decenni per mantenere l’opera adeguata sia all’evoluzione normativa sia a livello strutturale che della sicurezza idraulica. Questo non deve trarre in inganno perché, dalla fine degli anni ’20 ad oggi, i controlli dell’opera sono stati costanti per mantenere la diga sicura ed efficiente: alcuni sono giornalieri, altri mensili, altri semestrali. A questi ultimi seguono anche visite da parte dei tecnici del Ministero delle Infrastrutture due volte all’anno. Costanti sono state anche le manutenzioni ordinarie dell’opera.
Ultimo aggiornamento: 27-11-2024, 14:40