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Introduzione

Due eventi piovosi di elevata intensità, accorsi tra il 2 e il 3 maggio e successivamente il 17 maggio, hanno causato un’importante piena sul Torrente Quaderna, che ha determinato una rottura rilevante di un argine (di circa 40 metri) e una falla di minore entità (di circa 7 metri) a circa 300 metri dalla prima rottura, a due chilometri del ponte inagibile di Via Conserva.

Si tratta di dissesti innescati - presumibilmente - dall’opera indefessa di animali fossori, che hanno provocato il franamento degli argini con conseguente riversamento di considerevoli volumi d'acqua nelle campagne adiacenti, fino a raggiungere il canale di bonifica “Sesto Basso”, non in grado per dimensionamento a ricevere una massa di acqua di notevole portata. Inevitabile l’esondazione che ha lambito l'abitato di Selva Malvezzi.

Nella nottata tra il 16 e 17 maggio, la rotta del torrente Idice accaduta in località la Motta - nel Comune di Budrio (BO) - dove peraltro è crollato l’omonimo ponte al confine tra Budrio e Molinella, ha allagato nuovamente l'area già coinvolta nel primo evento atmosferico, con volumi di acqua molto estesi che hanno interessato una vasta area agricola e diversi edifici residenziali, danneggiato ulteriormente la viabilità comunale e vicinale. Inoltre, il percorso di accesso al cantiere già realizzato lo scorso 3 maggio, si è reso completamente inaccessibile impedendo il proseguimento dei lavori per diverse settimane.

La ditta S.E.M. di Forlì, facente parte del Consorzio Innova, aggiudicataria dell’Accordo Quadro per l’area di competenza del Settore Distretto Reno, già dallo scorso maggio sta realizzando una complessa operazione di ripristino delle opere a difesa del territorio molinellese, che durerà complessivamente circa 6 mesi.

In particolare, si è stata ripulita la zona dalla vegetazione e realizzato lo scavo nella banca esterna sinistra dell’argine per realizzare la nuova pista di servizio (di circa 1800 metri) atta a raggiungere le zone interessate dalle due rotte. L’intervento ha previsto la ricostruzione del corpo arginale nella rotta principale, grazie al trasporto e successiva formazione di rilevato con terra prelevata da aree demaniali circostanti e fornita da cave private, dopodiché si è proceduto alla protezione del corpo arginale con apposita telonatura in polietilene, adeguatamente fissata con picchetti, come da prassi consolidata per questi tipi di interventi. Analogamente sarà risistemata anche la falla minore mediante un ripristino con materiale argilloso e protetta sempre con apposita telonatura.

In seguito, il proseguimento dei lavori consiste nella realizzazione di difese spondali a protezione delle aree ricostruite, nel ripristino della sottobanca demaniale (utilizzata come cava di prestito) e della viabilità comunale e vicinale, oltre alla sistemazione delle numerose erosioni spondali/golenali.

Ultimo aggiornamento: 27-11-2024, 14:41