Introduzione
Bologna - Una strategia comune per il torrente Enza, a partire dalle sue sorgenti in prossimità del crinale appenninico fino alla confluenza nel fiume Po, in comune di Brescello.
È stato presentato per la prima volta oggi a Reggio Emilia il Documento d’Intenti per il Contratto di Fiume Val d’Enza, promosso della Regione Emilia-Romagna e dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.
Erano presenti i Comuni e i partner istituzionali; successivamente, verrà illustrato anche alle associazioni interessate. Si va, dunque, verso un accordo tra settori interessati e soggetti che hanno responsabilità nella gestione e nell’uso delle acque, nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente per condividere una serie di obiettivi comuni: tutela della risorsa idrica, mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, riqualificazione degli ambiti fluviali e sviluppo del territorio.
Nel corso degli ultimi anni, peraltro, la Val d’Enza ha registrato una crisi di disponibilità idrica. Per affrontare il problema, tenendo conto anche delle condizioni che si potrebbero determinare per gli effetti del cambiamento climatico, la Regione – già nell’ottobre 2017 – aveva istituito il “Tavolo Tecnico Enza”, con l’obiettivo di mettere a confronto le esigenze del territorio e individuare possibili soluzioni.
L’assessore regionale all’Agricoltura ha ricordato i 3,2 milioni di euro sbloccati nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e richiesti dall’Autorità di Distretto per lo studio di fattibilità dell’invaso dell’Enza; risorse a cui si aggiungeranno i 300 mila euro già messi a disposizione dalla Regione per il completamento della progettazione.
Il Contratto di Fiume sarà aperto anche alle associazioni, a cui verrà presentato prossimamente il Documento d’Intenti. Il Contratto prevede un percorso aperto e inclusivo, con la realizzazione di una serie di analisi, l’elaborazione di un documento strategico e di un programma d’azione (che verrà via via monitorato). Le linee strategiche d’intervento per la Val d’Enza riguarderanno nello specifico le acque (qualità, disponibilità e usi), la sicurezza idraulica e il recupero idromorfologico, e la qualità del paesaggio fluviale (recupero e valorizzazione).
I Contratti di Fiume in Emilia-Romagna
Attualmente si contano 4 Contratti di Fiume già sottoscritti: Medio Panaro (2012), Patto di Rii (2016), Marecchia (2017) Media Valle Po (2022, primo accordo interregionale). Ci sono poi 6 processi partecipativi avviati con la sottoscrizione del Documento di Intenti: Trebbia (2013); Fiume Reno e Bologna città d’acque (2016); “Santerno resiliente” (2017); “Terre del Lamone (2017); “Fiumi Uniti per tutti” (2018); Torrenti Parma- Baganza (2018).
Vogliamo condividere una visione strategica dell’Enza, a partire dal confronto tra i soggetti coinvolti e dalla sua funzione di straordinaria risorsa naturale, ambientale e territoriale. L’obiettivo è realizzare una gestione del torrente integrando sicurezza idraulica, qualità dell’ambiente fluviale, qualità e disponibilità della risorsa idrica ai fini di un suo utilizzo efficiente e sostenibile, per farne leva di promozione, valorizzazione e attrattività dell’intero territorio del bacino.
Sono molto soddisfatto, è un risultato storico per la Val d’Enza e le province di Parma e Reggio Emilia, e per la produzione del Parmigiano Reggiano. Ora serve un’accelerazione amministrativa per realizzare la progettazione, a partire dalla semplificazione delle procedure. Tutto questo servirà a individuare l’opera migliore dal punto di vista dei fabbisogni idrici, nel rispetto delle attuali norme.
Ultimo aggiornamento: 27-11-2024, 14:42